Con la consulenza del Dr. Luca Gianaroli, Direttore Scientifico IIRM e Dott.ssa Patrizia Battistini, Psichiatra e Psicoterapeuta IIRM
Il Natale è, per definizione, il tempo degli incontri, delle tavole allargate, delle famiglie che si riuniscono. È un periodo carico di simboli, aspettative, ricordi. Per molte coppie alla ricerca di un figlio che non arriva, però, le feste possono trasformarsi in una prova emotiva complessa, talvolta faticosa.
Non perché manchi l’amore attorno ad esse, ma perché proprio l’amore, le attenzioni e le consuetudini familiari possono portare alla luce domande, confronti e silenzi che durante l’anno riescono a volte a passare in secondo piano.
Quando le feste amplificano le emozioni
Durante il periodo natalizio si parla spesso di bambini, di futuro, di nuovi inizi. I brindisi si accompagnano agli auguri, e talvolta anche a frasi pronunciate con leggerezza, senza cattive intenzioni: “E voi?”, “Quando arriva un bel bambino?”, “È ora di pensarci”.
Chi sta vivendo un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita sa bene quanto queste parole possano essere dolorose. Non perché siano maliziose, ma perché arrivano in un momento di particolare vulnerabilità emotiva, quando le energie sono già duramente messe alla prova.
È importante riconoscere che sentirsi a disagio, tristi o in difficoltà non è un segno di debolezza. È una reazione umana e normale, legata al desiderio profondo di genitorialità e al complesso bagaglio di emozioni individuali e di coppia che una diagnosi di infertilità e il successivo percorso portano con sé.
Il peso delle aspettative familiari
La famiglia, soprattutto durante le feste, rappresenta un luogo di appartenenza, ma anche uno spazio in cui le aspettative si fanno più evidenti e, a volte, invadenti. Genitori, nonni e parenti spesso desiderano il meglio, ma non sempre conoscono il percorso che una coppia sta affrontando, né le sue complessità mediche ed emotive.
Per chi sta cercando un figlio può nascere un conflitto interno: il desiderio di condividere e quello di proteggersi. Non esiste una scelta giusta o sbagliata. Esiste la necessità di rispettare i propri tempi, i propri limiti e il bisogno di riservatezza.
Attivare soluzioni, non solo resistere
Affrontare il Natale non significa semplicemente “tenere duro”. Esistono strategie concrete che possono aiutare a vivere le feste con maggiore serenità. Una di queste è prepararsi in anticipo: decidere insieme cosa dire, cosa non dire e a chi.
Avere una risposta condivisa, anche breve e generica, può ridurre l’impatto delle domande scomode.
Anche il confronto con professionisti esperti può fare la differenza. Parlare con il medico di riferimento o con uno psicologo specializzato permette di dare un senso a ciò che si sta vivendo e di trasformare l’attesa in un tempo attivo, in cui ogni scelta ha una direzione chiara.
In alcuni casi, una soluzione altrettanto legittima può essere quella di concedersi qualche giorno lontano dalle dinamiche familiari, un tempo solo per la coppia. Prendersi una pausa non significa fuggire, ma può essere un modo per ritrovare spazio per ascoltarsi e rafforzare il legame.
Il ruolo del supporto psicologico
La dimensione emotiva è spesso sottovalutata, ma rappresenta una componente fondamentale del percorso di diagnosi e cura dell’infertilità. Stress, senso di colpa, paura del giudizio e stanchezza emotiva possono accumularsi, soprattutto in periodi simbolicamente carichi come il Natale.
Il supporto psicologico non serve solo nei momenti di crisi, ma anche per prevenire il sovraccarico emotivo, favorire il dialogo nella coppia e aiutare a rimettere al centro i propri bisogni. È uno spazio protetto in cui le emozioni possono essere riconosciute ed elaborate, senza giudizio.
Il valore di un percorso personalizzato
Ogni coppia vive il Natale in modo diverso, così come ogni percorso di fertilità è unico. Crediamo che accompagnare le persone significhi aiutarle anche nei momenti più delicati, non solo dal punto di vista clinico, ma umano.
La ricerca di un figlio non si ferma durante le feste, ma può essere vissuta con maggiore gentilezza verso sé stessi. Ascoltarsi e proteggere il proprio spazio emotivo è parte integrante del percorso.
Il Natale non deve diventare una prova da superare. Può essere vissuto con maggiore leggerezza, come un tempo prezioso per rallentare, coltivare l’amore e condividerlo senza sentirsi obbligati a dare risposte o rispettare aspettative altrui.
È anche l’occasione per ritagliarsi uno spazio per la coppia: ridere insieme, concedersi momenti di serenità e complicità è una forma di benessere profonda, una “terapia” naturale che aiuta a ritrovare equilibrio e fiducia nel cammino che si sta costruendo, passo dopo passo.
Quello che è importante ricordare è che non c’è nulla di cui vergognarsi e che non è necessario affrontare questo percorso da soli. Rivolgersi a uno specialista o aprirsi agli altri può far emergere affetto e supporto inattesi, preziosi per affrontare le sfide future.